L'esperienza di baby-sitter, che da poco ho concluso, mi ha spinto a scrivere questo blog, in quanto all'interno della casa c'erano giochi di tutti i tipi, da tutte le parti e nonostante tutto non si sapeva come e con cosa giocare, infatti le scelte dei bambini ricadevano su I-pad, televisione, computer e solo se insistevo di proporre altre idee, allora dicevano Lego, Monopoli, colorare. Oltre a tutti questi giochi "moderni", se si possono definire così, c'erano anche armi costruite dai nonni con i legni e bastoncini, quindi proprio da questa dicotomia è partita la mia riflessione. Dopo aver fatto un percorso rapido sul gioco, la sua funzione, la presentazione dei giochi di una volta e aver riportato alcune testimonianze, dalle più vicine nel tempo a quelle più distanti, posso dire che il concetto di gioco non è qualcosa di definito, ma cambia nel corso del tempo, a seconda del luogo, della cultura e del contesto storico in cui si vive. Infatti una volta erano più diffusi i giochi all'aperto, poichè secondo me c'era meno traffico, più sicurezza, meno inquinamento e si dava più importanza alla socializzazione, inoltre c'era la povertà, quindi ognuno doveva usare la fantasia e la manualità per ottenere quello che voleva. Oggi, invece, ci si presenta davanti una situazione completamente diversa, dove l'ambiente esterno è poco sicuro, molto trafficato, inquinato ed inoltre c'è una diffusa paura dell'estraneo, che ostacola la libertà dell'individuo, oltre alla ricchezza, che porta con se' la possibilità del bambino di avere tutto pronto e in breve tempo, facendo perdere valore agli oggetti, alle azioni, alla fantasia e alla creatività. Un altro fattore importante che ha fatto cambiare la concezione di gioco è stato lo sviluppo tecnologico, che ha incentivato l'individualità, le relazioni virtuali, eliminando di conseguenza il coraggio di affrontare le situazioni direttamente assumendosi le proprie responsabilità.
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